Il FORUM è lo spazio in cui lettori possono esprimere opinioni sui temi del momento e discutere fra loro. Lo scopo di questo forum è quello di accrescere il confronto sulle varie tematiche del Sevizio Sociale che ci vedono interessati come docenti, ricercatori, dottorandi e assistenti sociali.

Spazio dibattito sulla proposta del CNOAS relativa ai percorsi formativi degli Assistenti sociali

Data: 27.02.2024

Autore: Nerryatofe

Oggetto: Hello, Happykiddi

Hello from Happykiddi.

Data: 16.01.2012

Autore: Federica

Oggetto: questa proposta di riforma...non mi piace

Gentili lettori,

sono Federica, una studentessa iscritta al secondo anno del
corso di laurea in Scienze del Servizio Sociale.
Mi permetto di scrivere per manifestare la mia opinione, peraltro comune tra gli studenti che come me frequentano l’Università Cattolica, sulla riforma della professione dell’assistente sociale, di cui si sente così tanto parlare in questo periodo.
Vorrei semplicemente far notare come la proposta in questione appaia iniqua su due fronti:

- per chi, come me, ha scelto uno, due o tre anni fa un corso di studi con la certezza di poter, dopo tre anni, partecipare all’esame di stato e diventare assistente sociale, potendo svolgere quel lavoro, sebbene limitatamente alle mansioni caratterizzanti la sezione B.
Credo che togliere la possibilità di accedere all’esame di stato a
questi soggetti, o consentirla solo dopo altri due anni di studio, sia discriminante e poco equo: la legge non dovrebbe essere retroattiva.
A mio parere un buon compromesso potrebbe essere la previsione della formazione universitaria quinquennale per i nuovi immatricolati, quindi dall’anno accademico successivo all’eventuale entrata in vigore della legge, cosa che consentirebbe a chi si iscrive di scegliere quel corso di laurea nella chiara consapevolezza di poter diventare assistente sociale solo dopo 5 anni di studio e esame di stato.

- per chi è attualmente iscritto all'albo, sezione A, dopo 3+2 anni di studio, che si vedrebbe equiparato l'attuale iscritto alla sezione B, con i soli primi 3 anni di percorso universitario, per via della cancellazione della sezione B.

Norme di tutela di questo tipo mi sembrano a dir poco doverose...
Mi scuso per la riflessione personale ma avendo a cuore la questione, nonchè il mio futuro, volevo almeno comunicare quanto di iniquo osservo, prima che sia troppo tardi.

Cordiali saluti.

Data: 19.01.2012

Autore: studenti e laureati

Oggetto: R: questa proposta di riforma...non mi piace

Cara Federica la pensi proprio come noi,sai cosa potresti fare ora? Scrivere questa tua giusta opinione che poi è quella,a tuo dire , di tanti studenti della Cattolica,al CNOAS che è il diretto interessato( l'indirizzo mail lo trovi sul loro sito).....

Data: 23.01.2012

Autore: Federica

Oggetto: R: R: questa proposta di riforma...non mi piace

Già fatto....ma, fino ad ora, nessuna risposta purtroppo!!!!

Data: 26.01.2012

Autore: studenti e laureati

Oggetto: R: R: R: questa proposta di riforma...non mi piace

Cara Federica, purtroppo è un vizio del CNOAS non rispondere o non fare un qualche commento,e sicuramente sbaglia....
detto questo , non demordete, continuate a scrivere magari anche all'ordine regionale lombardo che è praticamente della nostra stessa idea e vedrai che pubblicherà il vostro commento sul sito regionale.....

Data: 07.02.2012

Autore: Federica

Oggetto: R: R: R: R: questa proposta di riforma...non mi piace

Fatto anche questo! Ho mandato il mio commento anche all ordine della Lombardia, ma non trovo la pubblicazione sul sito...Vabbè, l'importante è che qualcuno dello staff l'abbia letto...
Sapete indicarmi altri indirizzi a cui inoltrare il mio commento? Non ho intenzione di starmene con le mani in mano mentre decidono del mio futuro!!!!

Data: 11.02.2012

Autore: studenti e laureati

Oggetto: R: R: R: R: R: questa proposta di riforma...non mi piace

ciao Federica,probabilmente l'ordine lombardia non lo ha pubblicato per il fatto che ha già trasmesso la sua controproposta al CNOAS, stai tranquilla che quest'ultima va sicuramente a favore della tua-nostra idea,ossia salvaguardare l'attuale 3+2,magari migliorarlo ma non cancellarlo. trovi tutto sul suo sito...
speriamo che il CNOAS ne tenga conto e non se ne freghi come sta facendo finora!!!!

Data: 12.02.2012

Autore: Federica

Oggetto: R: R: R: R: R: R: questa proposta di riforma...non mi piace

Speriamo veramente che prevalga il buonsenso...staremo a vedere! se ci fosse qualche altra iniziativa a cui partecipare per contrastare la proposta, informatemi per favore!!! grazie.

Data: 22.12.2011

Autore: Marilena Dellavalle e Irene Arizio, Patrizia Cola, Vilma Buttolo, Giovanni Cellini, Ottavia Mermoz, Gaspare Musso, Mariangela Pastura, Andrea Pavese, Barbara Rosina, Cristiana Pregno, Daniela Simone.

Oggetto: Dibattito sulla proposta CNOAS

In qualità di assistenti sociali a vario titolo impegnati nella formazione universitaria di assistenti sociali presso l’Università di Torino e soci AIDOSS esprimiamo le nostre osservazioni in merito alla Proposta CNOAS. (Irene Arizio, Patrizia Cola, Vilma Buttolo, Giovanni Cellini, Marilena Dellavalle, Ottavia Mermoz, Gaspare Musso, Mariangela Pastura, Andrea Pavese, Barbara Rosina, Cristiana Pregno, Daniela Simone).

Premesso che riteniamo fondamentale la concertazione con tutti i soggetti interessati alla professione ed alla sua formazione e che consideriamo essenziale porre in atto strategie capaci di favorire alleanze con chi rappresenta le sedi universitarie, esprimiamo di seguito alcune considerazioni preliminari:

a. Il percorso della LM si è rivelato scarsamente efficace
- a livello accademico, dove – nonostante la denominazione della classe di laurea e i corrispondenti obiettivi formativi – i percorsi di studio non garantiscono né conoscenze né competenze progredite nello specifico ambito del servizio sociale, stante la limitatezza dei CFU attribuiti agli insegnamenti impartiti nelle relative discipline e l’impostazione dei tirocini spesso carenti dal punto di vista della loro natura professionalizzante.
- a livello di ricaduta sul mercato del lavoro dove sia il titolo di studio sia l’iscrizione all’Albo A risultano scarsamente spendibili nelle fasi di accesso e assolutamente non contemplati nelle progressioni di carriera interna.


b. Le esigenze formative attuali appaiono, da un parte, connesse alla complessificazione dei fenomeni che la professione è chiamata ad affrontare e degli scenari politici, istituzionali e organizzativi nei quali è inserita, dall’altra all’ingente sviluppo scientifico delle discipline che sostanziano i riferimenti teorici e che contribuiscono a formare le competenze professionali. Queste ultime presentano a loro volta un grado sempre maggiore di complessità e richiedono di essere costruite attraverso percorsi di trasmissione di contenuti interdisciplinari strettamente integrati a processi di apprendimento attivi, già ampiamente sperimentati nella tradizione formativa del servizio sociale, ma necessitanti di ulteriore impulso e rigore.

c. Complessivamente, il percorso triennale che consente l’accesso alla professione - nella sua componente maggioritaria – viene valutato come ormai insufficiente a rispondere alle esigenze formative, come diffusamente segnalato anche dagli stakeholders.

d. I piani di studio delle lauree triennali e magistrali presentano drastiche difformità dagli standard europei di formazione al servizio sociale e gravi carenze, per ciò che riguarda l’orientamento alle competenze e la specificità degli insegnamenti di servizio sociale, fortemente minata dall’attribuzione delle docenze a studiosi di discipline affini. La stessa esiguità dei cfu attribuiti alle discipline di servizio sociale testimonia da sola l’impossibilità di perseguire obiettivi formativi di natura professionalizzante, peraltro indicati nelle declaratorie delle classi di laurea.

e. L’attuale fase di realizzazione della riforma universitaria e i vincoli precedentemente introdotti prefigurano i problemi, ben evidenziati nel documento AIDOSS, per ciò che riguarda le docenze di servizio sociale. La riduzione dei futuri reclutamenti fa predire in negativo gli scenari di incremento dei processi d’incardinamento di docenti di servizio sociale - ancorché provenienti dal più alto grado di istruzione universitaria, cioè il dottorato di ricerca - così come per quelli di assunzione del titolo di professore di I e II fascia.

f. A ciò si aggiunge il fatto che le procedure concorsuali non vedono garantita la contemplazione della specificità disciplinare, stante sia l’inserimento delle discipline di servizio sociale nel sempre più ampio settore sociologico, sia la limitatezza (per usare un eufemismo) dei professori di servizio sociale che possono far parte delle commissioni giudicatrici.

g. Sono in atto – all’interno della realtà dei servizi – processi che comportano rischi di de-professionalizzazione, esemplificabili nell’attribuzione di competenze specifiche dell’AS ad altri professionisti quando non ad operatori di altre qualifiche, non di rado acquisite in assenza di specifica preparazione.
A fronte di ciò, l’ipotesi - avanzata in alternativa al ciclo unico - di prevedere un unico accesso alla professione di AS, limitando l’esame di abilitazione solo a chi è in possesso di laurea magistrale, rischierebbe di prefigurare un’esplosione di figure fittizie in possesso della laurea triennale che comporterebbe, per gli enti, investimenti sul profilo inferiore con costi minori e di conseguenza una riduzione della figura dell’AS negli organici.

h. La figura dell’assistente sociale opera in collaborazione con altri professionisti dotati di percorsi formativi più lunghi e articolati che incidono fortemente sulla solidità della loro stessa autorevolezza; il percorso triennale confina l’assistente sociale in una posizione d’inferiorità – di natura formale e sostanziale - che ha fisiologiche ripercussioni sul versante del riconoscimento, anche e non solo di natura economica.

Per questi motivi
la nostra posizione è favorevole all’instaurazione di un ciclo unico quinquennale al termine del quale sia possibile sostenere l’esame di Stato per l’accesso all’Albo (unico) degli assistenti sociali, a condizione che siano garantiti elementi essenziali e imprescindibili per una formazione capace di assicurare un’alta qualificazione culturale e professionale, in sintonia con gli standard globali di qualità per la formazione al servizio sociale, licenziati nel 2004 ad Adelaide da ISSW (International Association of Schools of Social Work) e IFSW (International Federation of Social Workers).
Il fatto che tale prefigurazione si discosti dai percorsi di studi del resto di Europa dovrà essere oggetto di riflessione per ciò che concerne le effettive ricadute, anche se il problema potrebbe essere meno significativo nel caso sia garantito il rispetto dei già citati standard. Gli elevati livelli accademici raggiunti dal servizio sociale negli altri paesi europei non sembrano essere perseguibili con l’attuale sistema italiano, come dimostrato dalle differenze con quello spagnolo che ha alle spalle un percorso analogo ed è pervenuto ad una strutturazione altamente complessa e paragonabile a quella di altre discipline (dipartimenti di servizio sociale, incardinamento nei ruoli della docenza di assistenti sociali in possesso di comprovata esperienza di docenza e di ricerca; numero davvero consistente di questi docenti …).
Rispetto al testo della proposta di legge CNOAS esprimiamo le seguenti osservazioni:

Art. 3 Capo I professione di AS:
eccepiamo sul lessico utilizzato che afferisce a quadri culturali ormai superati, come ad esempio il concetto di recupero delle persone, segnalando altresì che la costruzione del periodo “per la prevenzione […] di persone, famiglie e gruppi….” presenta una criticità già rilevabile in precedenti definizioni formali.
- Area di aiuto. Punto g: l’intervento di consulenza e collaborazione agli organi giudiziari è limitato alla materia minorile, mentre è tralasciata quella nel settore degli adulti sottoposti a misure detentive e quindi non qualificabili come soggetti deboli; appare indispensabile un cenno al ruolo preventivo promozionale nel settore penitenziario e della giustizia penale minorile.
- Area preventivo promozionale: ci sembra che l’inserimento, in quest’area, del punto b interventi di pronta emergenza sociale possa essere dovuta verosimilmente a un refuso.
- Area organizzazione e gestione: si rileva la presenza di funzioni ancillari (apporto, collaborazione) che svalutano la pienezza del contributo rilevante che l’assistente sociale può fornire.

Ci sembra complessivamente necessario un riferimento al tema dell’integrazione socio sanitaria e a quello delle politiche di controllo sociale, mentre il testo si limita a citare le politiche sociali;

Ci si interroga sull’inserimento della voce uso e sperimentazione di metodologie avanzate e innovative di servizio sociale tra le attività, essendo che ci si riferisce a metodologie e non ad azioni: forse si potrebbe sostituire “metodologie” con “interventi”.

Art. 4 Capo II Formazione universitaria
Si rileva la mancanza di collegamenti essenziali con regole e dinamiche dell’attuale sistema universitario con il conseguente rischio di incorrere in un peggioramento della situazioni attuale (esempio 1: se la proposta del SSD autonomo non dovesse trovare realizzazione e non ci fossero vincoli all’incardinamento di docenti di servizio sociale, gli obblighi imposti dai “requisiti necessari” inasprirebbe l’attuale problema costituito dalla forte riduzione degli insegnamenti a contratto: non aumentando il numero degli strutturati di servizio sociale, le docenze sarebbero attribuite a strutturati di discipline del settore vigente (14C1) per garantire la sopravvivenza dei corsi di laurea) (esempio 2: se non sono espressi vincoli in merito alla strutturazione del piano di studi e alla consistenza minima dei CFU di servizio sociale, il rischio è che neppure una laurea quinquennale possa soddisfare le esigenze di una preparazione culturale e professionalizzante, poiché i crediti potrebbero essere saturati da altre discipline sostenute da chi ha più potere contrattuale).

- Si reputa necessario, quindi, che il testo preveda una sorta di “blindatura” dei diversi passaggi.

(segue) art. 4 Capo II Formazione universitaria

ü Comma 2: Si concorda con l’importanza di un SSD autonomo, pur esprimendo perplessità in merito alla fattibilità di questa ipotesi, stante il recente accorpamento e l’insufficiente numero di strutturati di servizio sociale. Auspicandone, in ogni caso, la realizzabilità, proponiamo che le titolazioni delle discipline siano maggiormente precisate, evitando ripetizioni (es. Principi e Fondamenti, Storia del servizio sociale e etica e deontologia) rispecchiando l’evoluzione scientifico culturale delle stesse ed evitando denominazioni che appaiono vetuste (programmazione, amm.ne e organizzazione del SS).
ü Comma 4: non è chiaro che cosa s’intenda per altri insegnamenti specificamente dedicati alle attività proprie degli assistenti sociali.

Art. 5 Tirocinio
Ci sembra necessario inserire criteri e requisiti che orientino la definizione della Convenzione Quadro, quali ad esempio la questione della supervisione affidata ad assistenti sociali, l’impegno finanziario degli atenei a garantire strutture di accompagnamento, monitoraggio e valutazione del tirocinio che coinvolgano professionisti.
Rispetto al compenso di natura indennitaria da garantire agli studenti in tirocinio previsto dalla Legge 148/2011, menzionato nella premessa del CNOAS e non più ripreso all’interno del progetto di legge ma presumibilmente da trattare nella Convenzione Quadro, ci si domanda, anche a fronte della grave crisi finanziaria in cui versano gli atenei: chi dovrebbe garantire tale copertura di spesa?

Art.6 Esame di Stato
Si propone di introdurre vincoli che risolvano l’attuale problema delle migrazioni di candidati verso università che - dai dati statistici disponibili – evidenziano un basso grado di selettività e una conseguente maggior propensione ad abilitare.

Art. 19 Capo V Assicurazione obbligatoria.
Ci sembra che vada considerata la posizione della stragrande maggioranza degli assistenti sociali che operano alle dipendenze di enti pubblici e privati e non come liberi professionisti.
Se l’assicurazione è in capo al solo professionista, questo potrebbe prefigurare l’esclusività della sua responsabilità, escludendo integralmente quella che anche l’ente dovrebbe eventualmente assumersi.
Si propone che l’articolo venga integrato con la seguente dicitura :
“ l’iscritto all’Albo deve stipulare congiuntamente al proprio ente di appartenenza…”


Torino, lì 20 dicembre 2011

Data: 22.12.2011

Autore: studenti e laureati

Oggetto: R: Dibattito sulla proposta CNOAS

Carissimi Professionisti Docenti,riteniamo che l'analisi da voi fatta sia estremamente superficiale ,inesatta e contraddittoria,prima dite che la formazione a ciclo unico prospettata non sarebbe opportuna avendo essa forti ricadute in ambito lavorativo,rischiando(allungando i tempi della formazione)di vedersi superare da altre figure con minore qualifica(molto probabile) ma poi immediatamente dopo concordate con essa,fregandovene del fatto che in tutta Europa la formazione non è assolutamente quinquennale.Questo vostro atteggiamento di sminuire tale punto(essenziale) è a parer nostro GRAVISSIMO,soprattutto perchè siete dei docenti,infatti non immaginate neanche lontanamente il danno che si farebbe alla libera circolazione dei professionisti con il vostro ragionamento,a quel punto un assistente sociale Inglese,Francese,Spagnolo non potrebbe esercitare qui in Italia avendo una formazione differente(cio lo dice la commissione Europea),per non parlare delle gravi ricadute sugli studenti e laureati triennalisti e quindi sui giovani che si troverebbero ad entrare nel mondo del lavoro sempre più tardi!!!!!
Fortunatamente c'è gente come noi studenti e laureati, basti pensare all'illustrissima Prof.Campanini(che di formazione Europea se ne intende) o la illustrissima ex Presidente Franca Dente ,ma anche tanti altri che ci appoggiano contro tale proposta di riforma(soprattutto circa la formazione).

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Argomento

Data: 01.12.2010

Autore: S.O.S.. SERVIZI SOCIALI ON LINE - Antonio Bellicoso

Oggetto: Convegno Nazionale "Il servizio sociale professionale on line in italia"

Il portale S.O.S. Servizi Sociali On Line - www.servizisocialionline.it ha promosso e organizzato un convegno nazionale dal titolo "il servizio sociale professionale on line in italia" che si terrà SABATO 12 FEBBRAIO 2011 a Roma, presso l'hotel dei congressi (a 5 minuti a piedi dalla fermata metrò EUR" dalle ore 09.00 alle ore 17.00.

Il convegno è gratuito e sono stati chiesti i crediti per gli assistenti sociali.

E' il primo convegno in italia sul tema.

I posti sono limitati, bisogna far pervenire la scheda di iscrizione a convegnosos@libero.it entro il più breve tempo possibile e non oltre il 29 gennaio 2011

L'obiettivo del convegno è quello di fare il punto della situazione dello stato dell'arte del servizio sociale on line in italia.

Potete scaricare i documenti ufficiali del convegno e la scheda di iscrizione recandovi su www.servizisocialionline.it

Vi ringrazio per l'attenzione e la cortesia.

Il Direttore di S.O.S. Servizi Sociali On Line
Dott. Antonio Bellicoso

www.servizisocialionline.it
servizisocialionline@libero.it

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